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Il volume solleva la pietra tombale che da oltre un secolo ha sigillato la cultura pedagogica tardo ottocentesca dei cattolici e si propone di verificare, senza pregiudiziali intenti agiografici o riabilitativi, se davvero l'apporto degli eredi della tradizione spiritualistica risorgimentale sia stato poco rilevante come è stato fin qui ritenuto. A tal fine sono state esaminate le opere di alcuni dei maggiori esponenti, i legami con la tradizione precedente e successiva, le connessioni con la riflessione straniera e il più vasto scenario del dibattito italiano. In particolare è stata esplorata la produzione e la proposta pedagogica degli studiosi attivi durante l'età del Positivismo: Giuseppe Allievo, Francesco Paoli, Carlo Uttini, Augusto Conti e Augusto Alfani, nonché l'influenza esercitata in Italia da autori francesi come Felix Dupanloup, Jean Guibert e Martin Stanislao Gillet. Il saggio è concluso da un sondaggio sul filone della pubblicistica cosiddetta "minore", ovvero su alcuni "plutarchi" tradotti dal francese per le giovani italiane.